QUADRI INDETERMINATI
I quadri indeterminati nascono da un gioco fra la pittura, quale razionale artificio umano, e la forza dell’indefinita volontà della natura.
Questa forza, per noi casuale e inevitabile, si manifesta in un processo imprevedibile, ma che segue l’ordine di un divenire ben preciso.
Nella processualità dell’opera l’artista accoglie la variazione e ne fa tesoro, facendosi guidare dai segni lasciati dalla terra, dalla pioggia, dalle foglie, dal mondo che ci circonda.
Nella prima fase di realizzazione, la tela, un tessuto “recuperato”, reduce di una precedente vita, viene sepolta nel sottosuolo, abbandonata all’azione degli agenti naturali.
Una volta dissotterrata, il risultato non intenzionale ottenuto si configura come l’accettazione della vita e del destino che ognuno di noi si impegna a percorrere e disegnare.
Ogni immagine, ogni macchia, ogni mutamento operato dalla terra e ritenibile come casuale, guida l’artista al disegno, ispirando nuove forme dettate in parte dal caso e in parte da una scelta consapevole.
La pittura entra dunque in punta di piedi seguendo ciò che la natura ha suggerito.
L’artista non rinuncia all’arte, ma la applica arricchito dall’operato naturale in un atteggiamento di ascolto.
L’opera diventa quindi un gioco a due, un dialogo in cui l’artista comunica danzando insieme alla natura, riempiendo con il pennello un vuoto ricco di possibilità.
Questa nuova concezione porta con sé i concetti di scambio e di apertura all’altro, agli esseri viventi, uomini, piante e animali, come un preludio a qualsiasi forma di dialogo imprescindibile e naturale come l’esistenza.
L’opera prende vita dall’ambiente e l’ambiente entra a far parte dell’opera.